Dall’invenzione alla Festa Maggiore dei giorni nostri

Nel vasto e articolato panorama delle ricorrenze celebrative dei santi patroni in Puglia, un posto di tutto rilievo occupa la festa della Madonna di Sovereto a Terlizzi.

La cerimonialità festiva assume connotazioni tutte particolari per la traslazione dell’immagine della Patrona, nella prima domenica di agosto, che avviene sul cosiddetto carro trionfale.
Il fondo mitico delle festa è tutto contenuto nella invenzione (rinvenimento) della sacra immagine le cui genesi leggendaria lascia gradualmente posto alla storia. In una località denominata Suberito (forse per la presenza di alberi da sughero) dell’antico agro di Terlizzi, piccolo agglomerato di fondazione longobarda che proprio intorno al Mille si affacciava alla storia come civitas, un pastore di Bitonto smarrisce una pecora. Messosi alla sua ricerca la rinviene belante e intrappolata presso un anfratto: il pastore scorge allora la lampada che arde miracolosamente davanti all’immagine della Madonna. La voce si sparge in un niente e i fedeli di Bitonto e Terlizzi confluiscono al sacro luogo. Resta da decidere a chi appartiene il sacro tavolo: se ai bitontini per via dello scopritore, o ai terlizzesi dal luogo ipogeico che aveva serbato, ab immemorabili, l’immagine mariana.
Si decise di affidare al giudizio di Dio (ordalia) la soluzione del non facile problema che avrebbe potuto degenerare in conflitti tra comunità: si aggiogarono due tori ad un carro e si accettò la “terlizzesità” dell’immagine dopo che uno di essi, avendo accecato il toro “concorrente”, orientò la direzione del carro con il sacro fardello verso Terlizzi. Il carro ornato di fiori e primizie dei campi, giunse pertanto a Terlizzi, accolto dalla comunità in giubilo che da allora cominciò a venerare la “propria” Madonna miracolosa – per giunta ritenuta opera dell’evangelista Luca per il quale, secondo la tradizione,posò la stessa Vergine – con numerose manifestazioni popolari e religiose.
Gli elementi leggendari sono tutti ben richiamati nella tradizionale processione che ha luogo ad agosto (ma originariamente il primo maggio): la Vergine, dopo il soggiorno soveretano che dura dal 23 aprile, fa rientro in Terlizzi sul grande carro trionfale che fa memoria ed enfatizza quel primo incontro, su un più modesto carro di contadini, con i terlizzesi di ben dieci secoli fa.
La festa attuale è andata strutturandosi intorno al XVIII secolo in coincidenza con il rilancio del culto alla Vergine che trovò nella Confraternita della Madonna di Sovereto, fondata nel primo Settecento, uno straordinario strumento di diffusione e promozione. Abbiamo sin da allora testimonianze dirette di “macchine” effimere affidate all’estro e all’abilità di scenografi e “carristi” ai quali, tramite appalto, l’Università (l’Amministrazione Comunale) commissionava l’opera.
L’attuale “macchina” fu invece realizzata su progetto di Michele De Napoli intorno al 1868 tempo in cui il grande pittore rivestiva anche la carica di sindaco.
Modifiche e adattamenti furono apportati dal vincitore dell’appalto di quell’anno, lo scenografo foggiano Raffaele Affaitati.
Il carro assunse le sembianze di un campanile barocco alto oltre venti metri e piazzato su una grande base con ruote e relativi ingegni per il traino attivato da oltre sessanta forzuti e guidato da quattro timonieri e un capo timone in abiti tradizionali.
A forma di prua è la gradinata soprastante progettata per ospitare, dapprima la banda musicale, poi la nutrita schiera degli “angeli”, i bambini che per voto famigliare hanno il privilegio di accompagnare la Madonna nel suo tragitto trionfale. La gradinata è sovrastata dal “trono”, la nicchia aperta sui quattro lati per lasciare ben visibile l’interno, entro cui viene issata l’edicola d’argento contenente il quadro della Madonna.
Al terzo piano sono collocati i quattro ovali con immagini sacre; la punta è costituita dalla cupoletta e dalla grande croce raggiata. Il tutto è raccordato da volute, angeli reggicandelabro, ornati in tela, cornici marcapiano.
L’attuale carro è la ricostruzione fedele dell’antico distrutto da un criminale incendio doloso, appiccato nella notte del 22 agosto 1991.
L’emozione ed esaltazione collettiva accompagna il momento della rimozione del carro dal sagrato della chiesa della Stella, il giovedì precedente la festa: è da considerarsi una sorta di prova generale e di collaudo di quanto accadrà la domenica successiva.
La prima domenica di agosto è il giorno più atteso dai terlizzesi: dopo aver issato la statua di S. Michele, l’icona della Madonna e l’immancabile gruppo vivente della pecora con il pastorello, ha inizio, a sera, la processione trionfale, annunciata dai fuochi d’artificio. Gli applausi si fanno scroscianti all’accensione della luminaria che segna l’avvio della processione: il carro finalmente si muove in un clima di eccitazione che contagia anche i forestieri sempre più numerosi e richiamati dall’evento festivo. La folla straripante fluttua adattandosi al percorso, applaude commossa alla Celeste Patrona che, sul carro ondeggiante, fa ritorno nella città prediletta, pronta ad accogliere il giubilo, le ansie, le preghiere, le richieste di grazie del popolo che nella festa maggiore trova un momento di forte coesione e identità.
E’ un susseguirsi di acclamazioni e urla di gioia, di lancio di fiori e di invocazioni in un clima di collettiva esaltazione da vivere direttamente perché difficile da descrivere.

Francesco Di Palo

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