Le verità nascoste della Madonna di Sovereto

Intervista a don Michele Cipriani, Arciprete della Concattedrale di Terlizzi


Con la Festa Maggiore 2009 alle porte abbiamo voluto scoprire qualcosa in più sulla storia di questa festa e quindi sulla storia della sacra Icona della Vergine di Sovereto, dal suo ritrovamento fino ad oggi.

Abbiamo posto qualche domanda a don Michele Cipriani – Arciprete della Concattedrale di Terlizzi, che in passato ha addirittura commissionato un accurato restauro dell’antica tavola sulla quale la Madonna nera è dipinta. Dall’analisi artistica dell’opera emerge un ritratto ampio – religioso, sociale ed economico – e rigoroso delle epoche che ci hanno preceduto e che hanno segnato la tavola stessa.

A quando risale l’icona della Madonna di Sovereto?
“Risale al 1000 o tutt’al più al 1100: non è possibile stabilire una data precisa. Il periodo lo si deduce dallo stile pittorico e dalle fonti archivistiche. Nel 1974 abbiamo filtrato ai raggi X la sacra icona e abbiamo infatti scoperto la presenza – al di sotto dell’attuale dipinto che risale all’incirca al 1700 – di un dipinto risalente al Medioevo per il chiaro stile bizantino di realizzazione”.

Questo significa che la tavola ha subito delle ‘alterazioni’ nel corso dei secoli?
“Certo: la tavola – in ciliegio – ha subito nel corso della storia delle alterazioni legate al rifiorire del culto e una grande rifioritura ha avuto luogo proprio nel ‘700: il dipinto è stato così alterato e adattato ai gusti di quel periodo storico”.

E’ mai stato restaurato?
“Nel 1974 commissionai un restauro alla Sovrintendenza della Regione Puglia condotta dal restauratore Cesare Franco che ha fatto riaffiorare nel dipinto l’aureola, che era praticamente scomparsa. Inoltre gli interventi di restauro hanno consolidato il legno – che era diventato fragilissimo – e hanno otturato i buchi presenti sulla superficie con della cera. Ecco quindi che attualmente la tavola non può essere illuminata con una forte luce diretta, per evitare che la suddetta cera possa sciogliersi”.

Cosa si può dire del suo ritrovamento?
“A fare testo c’è l’oralità della tradizione che ovviamente non può essere certificata o documentata, ma due sono i dati certi: la presenza dell’Icona e di una piccola grotta in cui essa è stata ritrovata e inoltre la curiosa analogia di questa tradizione terlizzese con quella di molte altre realtà meridionali”.

Come mai?
“Tanti altri paesi come il nostro possono vantare il ritrovamento di icone di matrice bizantina, basti pensare a Giovinazzo o Molfetta – per citare i paesi più vicini- dato che tutta la cultura meridionale è bizantina. A ciò va aggiunto l’iconoclastia, il movimento di carattere religioso sviluppatosi intorno alla prima metà dell’VIII secolo , basato sulla convinzione che la venerazione delle icone spesso sfociasse in idolatria. Questa dura posizione dottrinaria portò oltre alla distruzione di un gran numero di icone sacre, alla fuga di madonnari in terre come il nostro meridione, nascondendo al meglio le icone superstiti per preservarle dalla distruzione”.

Quindi l’autore del quadro è sconosciuto?
“Potrebbe trattarsi di un madonnaro o di qualche monaco ma riguardo alla storia di questa icona sacra a mio parere due sono gli aspetti interessanti da sottolineare”.

Quali?
“Innanzitutto è giusto affermare che la ripresa del culto della Madonna – che ha portato ogni volta all’alterazione del dipinto su tavola – è sempre coincisa con una rifioritura culturale, sociale ed economica della società, il che smentisce la tesi marxista che vede la religione come oppio dei popoli. In secondo luogo bisogna dire che il culto della Vergine non è mai slegato dal servizio agli uomini: a Sovereto ad esempio oltre il Santuario della Madonna c’era l’Ospedaletto dei Crociati e il Convento delle monache. Questo significa che il culto e la preghiera quando sono autentici sono sempre legati al servizio per i più deboli e per i malati”.

Un commento su questa Festa Maggiore 2009.
“Il Comitato sta lavorando bene e con grande impegno. E’ certamente un anno molto difficile dal punto di vista sociale, economico e lavorativo, ma sono sicuro che la Festa sarà realizzata con dignità, gioia, sobrietà e bellezza”.

 

da “Terlizzilive.it”

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