E ancora di scena il tema del ritorno, che può valere una vita, ma che può non valere niente: solo sensazioni, ricordi, evanescenze e nulla più. Di ben diversa concezione fu l’animo del ritorno di Luis Ferdinand Céline, scrittore francese parecchio controverso. Accusato di antisemitismo, fu esiliato nel 1932 in Danimarca. Solo nel 1951 ritornò in Francia.
La casa da lui scelta si trovava su una collinetta dalla quale si dominava l’intera capitale. Céline aveva fatto piazzare la sua scrivania proprio davanti ad una finestra dalla quale si dominava il centro parigino. Il suo esilio s’era protratto troppo a lungo. E non chiudeva mai quella finestra, spesso anche in pieno inverno era quasi sempre spalancata, quasi fossero, quei vetri aperti, braccia tese alla sua gente, alla sua città… Continuò fino alla fine la sua attività di medico. Da quella casa in dieci anni non uscì più di venti volte. Oltre alla fedele moglie, unici amici di Céline erano i numerosi animali di cui si era circondato. Morì il 1 luglio del 1961.
6 commenti su “Il tema del ritorno”
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