Il Capo Timoniere racconta… una Festa Maggiore da ricordare quella dell’Agosto 2009.

Di Nicolò Marino Ceci Gli occhi vibrano per l’emozione del suo racconto, i suoi racconti vibrano per la suggestione dei suoi occhi, la suggestione arrossisce per la bellezza delle sue parole; le sue parole scuotono l’animo e non riescono a recintare e cristallizzare in canoniche


descrizioni da caffè l’entusiasmo, l’ardore, l’impeto, la devozione e il sacrale rispetto per una tradizione che si ripete vergine ogni anno nel nostro piccolo paesino ormai da secoli. Per capire e carpire l’essenza della Festa Maggiore di Terlizzi, consigliamo una scrupolosa visita guidata dal sig. Domenico Morgese, una delle figure storiche, il capo timoniere. Il timone si è danneggiato nei pressi di Largo La Ginestra: può spiegarci come è successo? Sono convinto che doveva succedere. Essendo infatti molto vecchio, il timone aveva perso la sua originaria elasticità: le sue venature erano consumate e proprio qualcuna di queste probabilmente ha prodotto quella filatura longitudinale al timone. All’altezza di Largo La Ginestra ci sono due tombini – uno vicino all’altro – e per passare bisogna prendere per forza uno dei due, dato che evitarli porta a deviare la traiettoria del carro di 50 cm e quindi andare a toccare i rami degli alberi di viale Roma, che possono così far male ai bambini sul carro e danneggiare i rivestimenti, le tele e la struttura dello stesso. Dunque abbiamo scelto di passare sopra il tombino che è più in superficie rispetto all’altro. La ruota anteriore destra è scesa, girando a sinistra. Non riuscendo però a risalire il piccolo dislivello del tombino, è riscesa, girandosi verso destra: il timone ha quindi dato un colpo di frusta verso destra, lo stesso che avrebbe potuto scagliare i timonieri contro il muro, colpendo persino le persone presenti. Per fortuna però non si è fatto male nessuno. I timonieri sono stati bravi: conoscevano bene il tombino e sono stati pronti a fronteggiare l’urto del timone. Tenendolo ben serrato tra di loro, il timone – che ha una potenza enorme – non si è potuto muovere e di conseguenza si è piegato, lesionandosi. Bene come è andata quindi: i timonieri hanno riportato lividi sui fianchi, ma poteva andare molto peggio. Poi? Assicurammo il timone con cinghie di sicurezza, filo di ferro e con un tubo in ferro per tenerlo stretto. Così siamo riusciti ad arrivare davanti al Comune, dove ci siamo fermati come consuetudine. Lì abbiamo fatto delle prove per vedere se si poteva continuare il corteo: girando il timone verso destra non c’erano problemi, mentre verso sinistra sembrava ‘miagolare’. A quel punto decidemmo – di comune accordo – di non proseguire per motivi di sicurezza: le curve non si potevano fare. La rottura del timone non c’era mai stata. Il timone si è già rotto una volta, ma risale a tanto tempo fa. La storia del Carro inizia infatti  nel ‘700, quando era ancora tutto in legno e le sue ruote erano in legno pieno, non avendo i raggi. Solo nel 1813 furono fatte le ruote con i raggi e in ferro. Cosa ha provato quando avete riproposto il corteo del carro domenica 16 agosto? Per me è stata una gioia immensa: io tutto l’anno mi preparo a quest’evento, nella speranza di poter guidare il Carro ancora una volta. I terlizzesi hanno provato la mia stessa emozione, anzi forse l’hanno sentita ancora di più vedendo il timone nuovo. È venuta molta gente e il timone ha risposto bene; speriamo si faccia anche l’altro timone, di emergenza. Parliamo del nuovo timone. Chi ha regalato il legno del timone è stato un signore perché lo ha regalato alla popolazione, alla comunità intera. È stato realizzato in una settimana ed è leggermente ovale per poter esser tenuto meglio dai timonieri, così da permettere un’impugnatura più agevole da parte dei timonieri.  Qual è il suo ruolo lì davanti al Carro Trionfale? Ho portato il carro per ben 34 anni, 10 dei quali come timoniere e 24 come capotimoniere. Il primo anno che iniziai quest’esperienza avevo 17 anni – era il 1967 – ed ero il più giovane timoniere; oggi invece sono il capo timoniere. E’ come se guidassi una macchina: così guido i ragazzi con il mio sguardo. Sono il loro riferimento: mi posiziono infatti al centro della strada e loro vengono continuamente verso di me. Il passo cadenzato dei timonieri è determinato dall’andatura del timone che si allarga un metro e mezzo verso destra e un metro e mezzo verso sinistra. I timonieri hanno le gambe divaricate e disposte a ‘x’, proprio perché loro spingono con forza uno verso l’altro in senso contrario alla direzione che il timone prenderebbe naturalmente. Non puoi sbagliare passo; il timone potrebbe sfuggire e far male. La stella segue lo stesso movimento del timone, oscillando anch’essa di un metro e mezzo verso destra e poi verso sinistra. Quando invece il caro scende – pensiamo alla curva di corso Dante e alla Cattedrale – il timone sale e scende continuamente, come la stella. Il timone può congiungersi idealmente con una linea alla stella, costituendo così la diagonale di un triangolo perfetto che si forma prolungando le linee che partono dai punti in cui sono il timone e la stella, che ne costituiscono i cateti. Il carro è talmente perfetto che non potrebbe essere mosso da un motore o trainato. Cos’è la Festa Maggiore? È una cosa che potrebbe rivoluzionare Terlizzi ma che non fanno esplodere. Se opportunamente pubblicizzata, la Festa potrebbe far girare da sola l’intera economia terlizzese. In tv di solito vediamo feste che rispetto alla nostra non hanno nulla in più ma anzi; e così del nostro carro si parla solo per tre giorni all’anno. Ogni 8 anni a Milano si tiene il raduno di tutte le feste popolari d’Italia: adesso questa festa dovrebbe ripetersi e noi speriamo di poter andare lì a mostrare il gioiello di Terlizzi. A Terlizzi si possono fare tante cose, partendo proprio dal Carro Trionfale, dal museo della civiltà contadina, dalla torre dell’orologio, dalla torre delle clarisse e dalla ‘torrә dә lә brәgàndә” che è in condizioni di incuria e abbandono; non solo: sotto Terlizzi c’è una fitta rete di cunicoli che andrebbe anch’essa riscoperta e valorizzata. Dove secondo lei andrebbe custodito il vecchio timone, ormai consacratosi a pezzo di storia di Terlizzi? Il luogo più adatto e più giusto dove conservarlo è all’interno della Pinacoteca De Napoli. Che ne pensa dell’idea di un museo permanente del nostro Carro trionfale? Per me il Carro è la cosa più bella che noi terlizzesi abbiamo. Ogni anno, dopo esser stato  smontato il carro andrebbe controllato e manutenzionato in tutti i suoi pezzi ma soprattutto conservato in un locale più grande di quello attuale che non è adeguato, un locale dove i pezzi possano essere conservati con maggior ordine e da far visitare alle nostre scuole. Un messaggio ai terlizzesi.

Date una mano ai Comitati Feste Patronali per spingere il carro: sarebbe infatti molto bello se fossero i più devoti a spingerlo. Quella del Carro è una tradizione che bisogna sentire dentro.

 

da “Il Confronto delle Idee” – settembre 2009

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