Grande successo per la mostra “La Fede in Festa”. Le foto.

Con una sorpresa: l’esposizione di un modellino di Carro trionfale, alto 80 cm.

di Nicolò Marino Ceci

Inaugurata la rassegna “la Fede in Festa” presso la sede dell’Associazione “Festa Maggiore Terlizzi”, a cura di Giacomo Angarano.

Sorpresa della serata è stata l’esposizione di un piccolo e gustoso modellino di Carro trionfale realizzato dallo stesso Angarano.

Ventisette anni, musicista, pittore e studioso di storia dell’arte, Angarano si diploma nel 2006 presso l’Accademia di Belle Arti di Bari con la tesi “il Carro della madonna di Sovereto, l’ingegno trionfale di Michele De Napoli”. Eccolo in un’intervista ad hoc sul nostro Carro “maggiore”.

Angarano, all’interno della rassegna “La Fede in Festa” gran parte delle foto esposte ritraggono il grande carro: ci può quindi essere Festa Maggiore senza Carro Trionfale?

Come ci spiega la mostra – che contiene fotografie scattate dagli stessi terlizzesi – nel nostro immaginario popolare, l’idea di Festa vive in simbiosi con quella del carro. E’ per questo che ho voluto omaggiare questa dolce suggestione con l’esposizione di un modellino del Carro trionfale. L’ho realizzato con carta pesta e cartone e l’ho quindi decorato a mano.

Cosa rappresenta il Carro?

E’ senza dubbio affascinante per i riti devozionali, per la spettacolarizzazione del sacro e per la lunghissima tradizione che si perde nella notte dei tempi. Esso risulta essere la sintesi perfetta della storia del ritrovamento dell’icona della Madonna di Sovereto e della “Gerarchia Celeste”, che nell’intera costruzione dell’opera si può leggere partendo dal basso sino ad arrivare alla croce raggiata presente alla sommità dell’opera.

Ha quindi grande valenza anche sotto il profilo artistico?

Certo: trovo infatti che nonostante il lodevole lavoro di storici terlizzesi come Don Gaetano Valente, il Carro sia ancora oggi un’autentica opera d’arte non sufficientemente conosciuta. Ma non solo..

A cosa si riferisce?

Questa invenzione artistica partorita dall’ingegno del De Napoli ha influito in maniera notevole anche sullo sviluppo urbano di Terlizzi. Anche per questo motivo, le dimensioni strutturali del carro in passato dovettero essere ridotte a causa degli impedimenti rappresentati da mura, fossati e strette sezioni stradali. L’ingegno del De Napoli sta anche nel fatto di aver realizzato la sua creatura su misura per la città in cui doveva transitare, dando al contempo alla cittadina stessa la possibilità di poterlo accogliere.

Come poterlo dunque rivalutare ulteriormente?

Mi piacerebbe poter contribuire alla creazione di un corpus di ricerche propedeutico all’istituzione di un “Museo dell’opera del Carro” – come alcuni anni fa aveva proposto l’Architetto Michele Gargano – che a mio parere andrebbe integrato anche con ulteriori contributi sulle opere inedite di De Napoli.

Concluda con un flash sulla rassegna “la Fede in Festa”.

Il desiderio della rivalutazione delle proprie radici dovrebbe essere un sentimento innato in tutti i ragazzi come me: non possiamo ignorare la cultura della nostra terra, perché essa ci appartiene ed è con questo spirito che dovremmo cercare di rivalutare le esperienze del nostro passato.

 

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