La storia della nostra festa in un articolo de “LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO” Datato 6 GIUGNO 1938

La Madonna di Sovereto

La più antica leggenda che risale al 1100 circa: il pastore che da una buca vede scaturire una luce vivissima – Il rinvenimento del dipinto della Vergine – Il quadro disputato da Bitonto e da Terlizzi – Il giudizio affidato ad una coppia di buoi – Le origini dell’attuale Carro Trionfale – La pittoresca processione e i grandi festeggiamenti

 

TERLIZZI, 5.

(M. R.) — Dal giorno 3 al 6 si svolgeranno solenni festeggiamenti in onore della Patrona Maria SS. di Sovereto, organizzati da un’apposita Commissione presieduta dal sacerdote Don Vincenzo Giangregorio con i camerati Felice Giangaspero, Nicolò Sforza, Peppino Marrone, Stefano Giangregorio. De Lucia, Gennaro Ceci, Luigi Bombino, tutti animati da volontà ferrea, ben coadiuvati da altri volenterosi cittadini.

Tali festeggiamenti furono introdotti, si dice, fin dal 1100, epoca in cui fu rinvenuto il sacro dipinto in una grotta nel bosco Sovero.

Ci piace riportare quanto narra iI rev. Don Berardino Gesmundo sulla pia tradizione.

<< Un pastore pascolando il suo gregge nel bosco Sovero venne richiamato dal disperato belare di una pecora, che aveva un piede conficcato nel terreno. Liberatola della buca rimasta scaturì vivissima luce, e, preso da stupore, ne dava subito notizia agli abitanti della vicina Terlizzi, che, accorsi numerosi, rinvenivano un dipinto della Vergine col Bambino. Accorrevano anche i bitontini reclamanti il possesso dell’Immagine per essere li pastore ed il gregge di Bitonto. Ad eliminare ogni controversia di comune accordo venne collocato il dipinto sopra un carro trainato da due buoi, di Terlizzi uno di Bitonto l’altro, e messi di traverso alla strada, perché la loro direzione ne avesse determinato il diritto.

Cominciano a muoversi, e ciascuno vuol tornare al suo presepe; ma il terlizzese asseala una testata al bitontino e vince; perde mezzo corno si, ma la Vergine Madre è da quel giorno, 23 aprile (?) la divina Pastora della città turrita sotto il titolo, del luogo del rinvenimento, di S. Maria di Sovereto.

S’introdusse l’usanza di portare processionalmente ogni anno nel giorno anniversario del rinvenimento la Sacra Immagine a Sovereto, per riportarla in paese il sabato precedente la prima domenica di maggio, giorno assegnato per i solenni festeggiamenti, caratteristici per la processione col Carro Trionfale.

La sua origine, nella forma primitiva, si perde nella lontana notte del secoli: nella forma attuale, impalcatura in legno con veste ornamentale in tela dipinta ad olio, e su disegno del cav. Michele De Napoli, e rimontata al 1875 circa. E’ una mole maestosa formata da una torre quadrata alta 20 metri che parte dal retrotreno di un carro e quattro ruote a forma di biga con avantreno lungo 10 metri con 6 metri di larghezza massima. E’ a tre piani senza quello portante: il 3°piano è chiuso da una piccola cupola sormontata, come parte culminante, da una Croce a raggiera, faro di luce del Cristo; il 2° piano ha ai lati quattro ovali dipinti: quello davanti rappresenta Gesù mentre Incorona la Vergine Madre; quello di destra e quello di sinistra rappresentano un Angelo con corona; nell’ovale posteriore è lo stemma della città.

Il primo piano è il posto d’onore, il trono della Madonna: qui e tutto il folclore della vita cittadina di ieri a di oggi. La torre forma a questo punto un tempio coperto da volta a crociera di color celeste tempestala di stelle, sostenuta dai quattro pilastri della torre stessa e con i quattro lati ad arco completamente aperti. Sul piano portante parte dell’avantreno una grande scalinata che coprendo la superficie totale dello scafo, raggiunge la piattaforma del primo piano. Sull’avantreno il posto per l’auriga con davanti due teste di bue in cartapesta, ricordano i fortunati buoi del rinvenimento, e finalmente il timone.

Annualmente si ricostruisce con lo stesso materiale regolamentare vicino la Chiesa della Stella sulla via di Sovereto, donde parte la processione solenne. Verso le 17 del dì festivo, (quest’anno 5 giugno) si porta al Carro il Quadro della Madonna, che la pietà dei Terlizzesi ha voluto circondato da una cornice di lapislazzuli e fissato in macchina e tempietto tutto argento e oro, e si colloca a centro del tempio al primo piano. Sulla base vi sono tanti simboli di oro e di argento e che costituiscono la perle documentaria dei rinvenimento storico e della devozione dei figli verso la Madre Celeste: la terra, il pastore, la quercia, la fonte, il carro con i buoi, la pecorella: e poi i frulli dell’agro della città, grappolo d’uva, spiga di grano ecc.

Auriga della Madonna è l’Arcangelo S. Michele, che sembra voler sferzare i buoi ai suoi piedi nel faticoso lavoro.

Sulla scalinata intanto han preso posto cento e cento bambini: sono figli del popolo, i candidi gigli de l’innocenza, le vermiglie rose profumate di amore di Madonna: è una nidiata, uno sciame di anime di Paradiso ai piedi della madre, la Divina Pastora.

E il carro cammina…  cammina a forza di spinte di oltre cento volenterosi, nascosti de panneggiamenti sotto il piano portante, cammina guidato dal quattro timonieri visibili nell’avantreno. Sono carrettieri di mestiere in costume, berretti a cono e fiocco pendente di cotone bianco (fabbricazione locale a mano), senza giacca ma con nivea camicia di fresco bucato, panciotto e pantaloni corti e neri con pesanti calzoni.

Sulla piattaforma davanti alla Madonna è genuflesso un pastorello vivente, sfarzosamente vestito con cappello a larghe tese tendente sulla spalla, panciotto dl seta scarlatto e camicia di candido lino, pantaloni corti di pelle di pecora e ciocia ai piedi con borraccia di zucca a tracolla conduce a guinzaglio una pecora tutta branca dalla lana linda.

E’ tutto un magnifico quadro storico folcloristico del lontano 1100, epoca, non precisata, dei rinvenimento del miracoloso dipinto.

Ed oggi, come ieri e come domani, la Madonna di Sovereto passa benedicendo i suoi figli devoti dall’alto trono del suo Carro, mentre il coro degli angeli dalla scalinata canta le sue canzoni.

<< Mira il tuo popolo – Bella Signora>>. E la Bella Signora sul tuo Carro Trionfale fa l’ingresso nella città prediletta tra mille e mille cuori che l’accompagnano e cantano: <<Evviva Maria>>. E gli Angeli battono le manine, approvano e cantano; cantano e approvano anche quando le musiche lo Piazza Cavour e Quattro Novembre suonano l’<<inno Reale>> seguito dall'<<inno della Giovinezza>> che si rinnova nella Patria Nostra Fascista, baciata e benedetta dalla Madre dl Dio>>.

Per l’occasione nel Duomo, si svolgeranno solenni funzioni con canto e musica eseguito dalla nostra «Scuola Cantorum>> diretta dall’Arcidiacono dott. Alessandro Barile.

Vi sarà un’artistica e sfolgorante illuminazione elettrica della Ditta Ferrante di Adelfia; si incendieranno artistici fuochi pirotecnici fragorose batterie delle premiate ditte Volpe e Augusto di Terlizzi.

Durante i festeggiamenti presteranno servizio il rinomato concerto musicate di Gioia del Colle diretto dal maestro comm. Carmelo Preite e quello di Noci diretto dal maestro cav. Milella. A cura dell’artista Rella di Ruvo verranno lanciata palloni aerostatici.

I forestieri troveranno la consueta e gentile ospitalità come per gli anni decorsi.

L’attivati del sac. Giangregorio ci dà affidamento che i festeggiamenti avranno ottimo successo.

https://www.festamaggiore.eu/new/6_giugno_1938.pdf

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